Iconografia

1 – Jacinta
“Ritorno, già notte;
ancora, (quasi piango!),
un passo…alla casa,
alla porta, al camino,
all’abbraccio di Juan,
che, insonne, mi aspetta”.
2 – Flowers
Aveva sparso, di fronte
al lembo del cielo,
i dendriti fioriti
della sua anima.
3 – Adolescenza
A sinistra, immobile,
rivedi l’età mobile
della tua ardita,
rosea giovinezza.
4 – Yellow
Affossato, a mosaico,
hai spento lo spazio
del mezzodì, con le dita
lunghe del girasole.
5 – Euterpe
Se alzo gli occhi,
(ispirami) e il filo
d’orizzonte, alito
con il velato monte,
senza più parole.
6 – Dea Slô
Evado, costretto
dalla steppa, dagli occhi,
alle colline di Ostrava
fumosa. Tu succhi,
al tramonto, il mio sangue
vermiglio, crudele Slò.
7 – Mauritz
Hai pestato, Mauritz,
con il rosso-blu,
la luce obliqua
della tua stanza.
8 – Alma
Hai filato il lungo
fiato dei tuoi giorni,
nel sontuoso divano
dei celebri amati.
9 – Duschenka
Anima mia bella,
ti regalo, al fianco,
il fiordaliso del biondo
campo di granoturco.
10 – Astrid I
Regale, come sempre,
hai fermato il giorno,
al volto imperterrito,
senza più tramonto.
11 – Offerta
Le ginocchia d’avorio
ti piegò l’offerta;
hai consumato la sera,
alla finestra bassa,
con le braccia a croce.
12 – Silvia
Allunghi il passo,
con la geometria,
che segue, all’incontro
del corvo lunare.
13 – Attesa I
L’attesa ha bloccato
il tuo lungo collo,
la matassa folta
dei capelli e il volto,
appena sbocciato;
sei come una stèle,
nel muscoso museo.
14 – Attesa II
Attendi il cielo blu
sul giovane corpo;
sorpresa al turgore,
allunghi l’evento,
nel romito spazio.
15 – La fidanzata
Da secoli, fedele,
la giovane attende,
in piedi, già statua
del tempo.
16 – Karoline
Sei andata lontana,
e, alla porta, attendi,
ancora, che il giorno
si alzi, nuovo, al cielo.
17 – Tristitia
Rassegnata, rimani,
alla ripetizione;
attendi l’estrema
foto e il disegno,
sulla minuta tomba
di campagna.
18 – Assenza
Quando sei partita?
La mamma, consunta,
ancora, ti aspetta,
sulla sedia a dondolo.
19 – Vanessa
Chi ora ti ricorda?
Alla porta, di scatto,
ti volti; qualcuno,
per caso, ti chiama,
dalla riva del lago.
20 – Remissione
Sottile, la figura,
in china remissione,
lascia l’ultimo calore,
alla gonna corniolo
del tardo autunno.
21 – Franziska
Capelli rubino,
occhi rosa, volto
pallido, collana
vermiglia, vestito
verdastro, e petto
latteo delle diciotto,
davanti al guerriero
del secondo piano.
22 – Jana I
Jana, “touha rubra”,
già dea dei Tatra,
delle foreste dei lupi,
del Pontico Mare.
23 – Judith
Al treno, alla stazione
di Vlak-Kaumic,
scende, ginocchi
levigati, la bionda
della lettera di ieri.
24 – Olga I
Sei venuta dagli Urali,
hai consumato i piedi
fino alle ginocchia;
hai trovato il vuoto
campo delle croci.
25 – Imago H.
Immagine umana,
nel secchio dei rifiuti;
e sempre, ostinata,
sogni la finestra
e lo splendore del sole.
26 – Senza nome
Ovunque ti ho cercato,
ma il tuo nome non c’era;
sei rimasta “ignota”,
nella segreta pagina
dell’intimo diario.
27 – Nevia
Nevia, lacrimata,
serve al bar la birra
al castagno, il caffè
con la grappa, ai turisti,
e dorme in cantina,
senza finestre.
28 – Patricia
Timida o araldica,
vestita o svestita,
amata o odiata,
là nella vetrina,
agli occhi di tutti.
29 – Erna
È andata a Torino,
dalla zia morente;
e scrive una lettera
all’amico, che adora.
30 – Tre turisti
Tre stelle, tre volti,
tre vascelli a diporto,
tre onde, tre nomi,
nel maremoto
di Entella, la bella.
31 – Mater
Il bimbo tra le braccia,
visibile frutto
del giovane corpo;
icona, nella camera,
che non ha più tempo.
32 – Jana II
Ricordi, a sinistra,
Il corpo sudato
di Sepp, e il singhiozzo
sulla spalla destra,
“t’amo, paloma blanca”.
33 – Senza esitazione
Avanzi, superba,
con lo slancio, rorido,
del mattino; certo,
il serale brivido
ti cingerà il fianco,
con l’umore del lago.
 
34 – “Chi è?”
“Chi è?”, chiedi e ti volti
di scatto; nessuno
risponde, come ieri.
35 – “Perché?”
Tu domandi sempre
“perché?”; la domanda
è senza risposta,
già, dal primo giorno
del mondo: c’è, solo,
la vita e la morte.
36 – Abbandono
La testa velata
e sfarzosa, appena
reclinato il volto,
a destra, in convinto
abbandono.
37 – Birgitta
Ha un male segreto,
nemmeno la figlia,
Vanessa, lo sa,
(il marito è assente);
le resta il sorriso,
appena, e il saluto
flebile del giorno.
38 – Rosy
Ama il filo d’erba,
il nido nascosto
del fidato merlo,
l’acqua del ruscello,
tra i tronchi rugosi,
il silenzio fermo
d’ogni mezzodì,
con il pomo rosso
della cara mamma.
39 – “Sic te dilexi”
Così ti ho amato,
fino alle ossa.
“Che vuoi di più?”
40 – Fiori di campo
Li ho inventati,
intrecciati, a ritmo,
ancora ingranditi,
i miei voluttuosi
fiori di campo.
41 – Lichèni
Ai piedi dell’albero,
ho sparso i lichèni
gommosi e serali,
del giorno qualunque.
42 – Più in alto
A destra, più in alto,
per chiudere l’ora;
e, come una vedetta,
pronta all’assalto,
contro il probabile,
vicino nemico.
43 – Remissione
Ancora una volta,
(vile remissione),
all’acre potere;
mi piego, costretta,
e piango, in disparte.
44 – Vaso Trianon
Sì, molato a mano,
St. Louis, come un rubino,
«mi separo, a stento»;
dico «è in buone mani»,
al barbuto ebreo,
del vecchio negozio.
45 – Touha rubra
Jana, “touha rubra”,
alla porta dieci;
invoco il silenzio
lunare e il contorno
del braccio sinistro.
46 – Tremore
Ho dimenticato
il vento vagabondo
e ho guidato il fiato,
al lento tremore
della sera palustre.
47 – Alla spesa
Ogni giorno, sempre,
come tutti, alla spesa,
con la testa china,
al sostentamento,
(il marito assente),
dei due figli ingrati.
48 – Angelika
Là, diritta e ferma,
salata di mare,
chiusi gli occhi al mondo,
al cielo, alla terra,
già fossile ocrata
del mio cimitero.
49 – Paesaggio
Ho bruciato il blu,
alla sera di maggio;
le reliquie ho sparso,
nella fredda stanza.
50 – In ginocchio
Accogli, in ginocchio,
i miei cari auguri
e riempi la stanza,
oscura, di calde,
lucenti parole.
51 – Dispersa
Ovunque, dispersa,
dal giorno ribelle,
dall’amico-nemico,
dalla casa vuota,
dal corpo squamato,
che non riconosci.
52 – Aspetti ancora
Come sempre, aspetti
ancora, davanti
al negozio chiuso,
davanti ai vestiti
di Silva, davanti
al bar di Danilo,
davanti alla piazza
dei piccioni neri,
davanti al postino,
che non ti saluta.
53 – La bella
Anche oggi, vestita
a festa, al tram
di ieri, (laccate
le unghie sul vetro);
nessuno, vicino,
ti vede; saluti,
sulla strada, che gira,
Davide in bici,
che fischia al vento.
54 – Astrid II
Vieni dall’oscuro
fiordo, che tuo nonno
naviga, al mattino,
a pesca o a diporto;
china, al davanzale,
aspetti il delfino,
che si alzi all’assalto.
55 – Demissa
Piegata, in ginocchio,
ostenti, reclina,
il cerchio del seno;
e aspetti che, dentro,
Virgil, il furioso,
giochi, notte e dì.
56 – Helena
Chi ti ha composto,
diritta, di fianco,
alla mia finestra,
Helena, divina,
al canto di lira?
57 – Anà-katà
Su e giù, vegetale,
minerale, sempre,
nella differente
ripetizione
del solido-liquido.
58 – Lili
Ancora mi trema
la mano, (il vento,
la foglia vizzita);
e s’affuma, al grande
camino, il volto
rosato di te.
59 – Scriba
“Ti scongiuro, figlio,
non fare lo scriba,
come me; se sposti
solo un punto, o cambi
un verbo, il sommo
capo ti frantuma
le mani e d’un colpo
ti taglia la testa;
rimani, un qualunque
schiavo di paese
e metti sul tavolo,
alla sera, un pollo
allo spiedo”.
60 – Ruth
Quando tocco il flauto,
subito il merlo
ritira il becco
all’ala; tu nuoti
nell’acqua del lago,
e si alza la luna,
sugli ippocastani.
61 – Karla
Quasi una fanciulla,
(tenera la pelle
di seta), e lattea
la spalla sinistra;
ti volti e domando:
“Ehi, che vuoi di più?”
62 – Olga II
Reclinato il capo
a destra, incisa
sull’antica stèle,
al passante, invochi
un pio saluto.
63 – Notturno “Lucius”
Sovrasta, in alto, il blu,
(la falce di luna),
sul giallo del monte,
e, a lato, la rossa
chiesa, St. Lucius.
64 – Sonia
La matassa corvina
dei lunghi capelli,
(di fronte, di dietro);
“sono nata a Vigo”,
dici e poi rivedi
i giovani anni,
il banco di scuola,
(le sottili dita,
sul quaderno blu),
e l’ansia sudata
dell’ultimo esame.
65 – La musa
Mi costringe al verso,
di giorno, di notte;
acre, mi consuma,
senza tempo e spazio;
mi guardo, allo specchio,
già vecchio e rugoso;
rimangono, solo,
le poche parole,
che, disparte, ho scritto.
66 – Intimità
Differenti, a due,
uniti per sempre;
più fecondo il giorno,
più sicura la notte.
67 – Ritratto di S.
Ti chiamano solo
“Esse”, nel quartiere;
e il vagabondo
pittore ti ha fatto
il ritratto, con il gesso
ocrato di Siena;
(occhi semichiusi
e sguardo, a sinistra);
ma, chi ti ha comprato,
ignota fanciulla?
68 – Autoritratto
Solo il segno insegue
Il volto, a sinistra;
il volume si alza,
si abbassa, con l vento,
a scolpire, esangue,
l’anima celata.
69 – Olga III
Dalle ceree betulle
dei Tatra, ancora,
vieni alla spesa
del giorno; e qualcuno
ti ha fatto la foto,
non visto, e per caso.
70 – O.V.
A diritto, a rovescio,
complementari, a chiasmo,
hai sillabato, a latere,
le iniziali del destino.
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